Cantine vinicole, perché e come curare il brand per espandere il business

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Perché strutturare un brand per le cantine vinicole? Si parla spesso di brand, di marketing, di target: gli italiani amano il vino, ma le cantine vinicole non sempre curano il proprio brand e non approfondiscono quasi mai il target, ovvero il cliente finale, il consumatore del prodotto.

E questo è un errore, perché al giorno d’oggi il marketing ha una valenza e un’influenza incredibile, soprattutto legato al mondo del digital. Vogliamo approfondire proprio questo argomento, elencando i vantaggi delle strategie di marketing per il vino.

Marketing del vino: come creare la propria brand identity

Chi gestisce le cantine vinicole non sempre conosce il potere della brand identity, su cui oggi molte aziende – i “grandi nomi” del settore – stanno invece puntando, per espandere il proprio pubblico e per vendere di più. Attenzione, però: ogni strategia di marketing ha una finalità diversa.

Lo scopo di creare una brand identity legata alla propria cantina vinicola è presto detto: vision, mission e valori sono di estrema importanza. Ogni brand è riconoscibile per un motivo: le aziende vinicole partono in qualche modo avvantaggiate per una ragione abbastanza semplice, legata alle caratteristiche distintive del terroir.

  • Valori: facciamo un esempio pratico per capire come strutturare i valori del proprio brand. Per esempio, le cantine vinicole che puntano al vino biologico e alla sostenibilità possono sfruttare questa caratteristica a proprio vantaggio per trovare potenziali clienti interessati alla tematica green;
  • Mission e Vision: la mission e la vision di una cantina vinicola, invece, sono determinanti per raccontare la propria visione dell’azienda e la propria “missione”, ovvero l’obiettivo principale, il leit motiv della cantina.

Come definire il target?

Il target è il pubblico di riferimento. Conoscete i vostri clienti? Le loro preferenze, gli hobby, le abitudini di acquisto? Al giorno d’oggi costruire un target è relativamente più semplice rispetto al passato, perché abbiamo un quantitativo enorme di dati su cui lavorare.

Sapere a chi ci si sta rivolgendo, fondamentalmente, permette di fare un lavoro di comunicazione molto più efficace, aumentando davvero le vendite. La propria strategia di comunicazione, dunque, sarà legata a doppio filo con il target e l’identità aziendale.

Tono di voce e stile di comunicazione

A questo punto, è bene approfondire un ulteriore pilastro della brand identity, ovvero il tono di voce. Dopo aver individuato i valori, la mission e la vision, bisogna pur raccontare la storia dell’azienda, gli obiettivi. Bisogna – fondamentalmente – coinvolgere il pubblico. E ogni racconto, ogni comunicazione non avviene mai con uno stile fisso, banale o noioso, ma è sempre personalizzato grazie al tono di voce.

Ci sono infatti tantissimi stili di comunicazione: fresco, giovanile, creativo, irriverente, persino anticonformista. Naturalmente, il tono di voce deve essere simile allo stile visivo: ogni aspetto della brand identity non può essere confuso, in alcun modo, perché questo genererebbe indecisione durante il processo di acquisto dei clienti.

Il lavoro di storytelling

Sì, il marketing del vino e la brand identity servono davvero. Non dovremmo nemmeno chiederci l’utilità, in quanto, di fatto, i vantaggi sono molteplici: con la giusta strategia, è possibile aumentare le vendite, ma anche fidelizzare i clienti e aumentare il valore stesso dell’azienda. La percezione.

Chiaramente, sappiamo che non possiamo lavorare da soli sulla strategia di marketing giusta. Abbiamo bisogno del giusto professionista al nostro fianco. Abbiamo bisogno di qualcuno che possa guidarci con un lavoro di storytelling fatto ad hoc, con interviste pubblicate sui migliori canali in target, eventi nei locali, piano di visibilità digitale.

A tal proposito, è possibile prenotare una call con Concetta Andaloro, che si occupa anche di brand identity legate alle aziende vinicole: con la giusta strategia, è possibile aumentare le vendite, lavorando sulle emozioni, sullo storytelling, sul proprio brand. Per distinguersi dalla concorrenza, ma anche per creare un legame con il target: le emozioni, infatti, hanno una fortissima influenza sul consumo e sulle abitudini di acquisto.